Da qualche settimana all’ospedale SS.Annunziata di Savigliano è presente un nuovo microscopio operatorio ed un nuovo micromotore e frese per la microchirurgia. Il che ha dato impulso agli interventi sull’orecchio presso il reparto di Otorinolaringoiatria diretto da Toni Pazzaia.
Ad eseguire questo tipo di intervento il dottor Marco Castelli che, dopo la laurea e la specializzazione in otorinolaringoiatria all’Università di Torino, ha ottenuto l’abilitazione ad operare negli Stati Uniti d’America; inoltre, successivamente ad aver studiato e lavorato per anni in Gran Bretagna, ha conseguito i prestigiosi diplomi di “Fellow” dei Collegi Reali dei chirurghi di Edimburgo e dei medici e dei chirurghi di Glasgow nel Regno Unito. Infine, ha perfezionato la sua esperienza lavorativa in reparti ospedalieri ed universitari di Otorinolaringoiatria all’estero e in Italia per più di 20 anni, responsabile in prima persona della diagnosi e trattamento medico chirurgico di pazienti con patologie interessanti tutte le branche otorinolaringoiatriche. Dal 1991 al 2011 ha eseguito 3.635 interventi.
Dal 2001 lavora presso l’ospedale di Savigliano.
«Gli interventi otochirurgici — ha spiegato il dottor Castelli — spaziano dalla ricostruzione delle membrane timpaniche lesionate da processi infettivi o traumatici, all’asportazione di colesteatomi e altri processi destruenti dell’orecchio e della mastoide, che è quella zona di osso spugnoso retrostante l’orecchio stesso. I colesteatomi sono patologie spesso subdole che possono non manifestarsi clinicamente per anni oppure presentarsi con otiti ricorrenti spesso con fuoriuscita di pus maleodorante. E` importante una diagnosi corretta precoce perché si tratta di processi evolutivi che portano a distruzione dell’orecchio interessato e complicanze anche gravi, come paralisi del nervo facciale e meningiti. La rimozione della malattia rimane l’obiettivo principale, ma in molti casi è possibile la ricostruzione microchirurgica delle strutture lesionate, con un discreto recupero uditivo».
Altri interventi vengono poi effettuati per la cura di una particolare forma di sordità causata da una malattia chiamata “otosclerosi” o “otospongiosi”: questa provoca la fissità di uno degli ossicini dell’orecchio che con le loro vibrazioni trasmettono il suono alle strutture auricolari più interne. L’intervento, sempre eseguito al microscopio, richiede la sostituzione dell’ossicino malato con una microprotesi.